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venerdì 13 gennaio 2012


BANCA D’ITALIA
              Si informa che è stata pubblicata la bozza delle norme attuative da parte della Banca d’Italia:

   Vigilanza

    1. Schema delle disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari 

    Si sottopone a consultazione lo schema delle “Disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari”, che – in attuazione della riforma del Titolo V del TUB contenuta nel D.lgs. 141/2010 - contiene la disciplina di vigilanza dei seguenti soggetti vigilati dalla Banca d'Italia: intermediari finanziari, confidi di maggiori dimensioni, agenzie di prestito su pegno e società fiduciarie disciplinate dall’art. 199, comma 2, TUF.
     Nel definire lo schema delle disposizioni, la Banca d'Italia ha:

     - osservato il principio di proporzionalità, tenendo conto della complessità operativa, dimensionale e organizzativa degli intermediari, nonché della natura dell’attività   svolta;

      - delineato un quadro organico della materia, tenendo tra l’altro conto degli orientamenti di vigilanza maturati negli ultimi anni;

      - coordinato la normativa degli intermediari finanziari con la disciplina della banche.

      Il documento è accompagnato dalla relazione sull’analisi d’impatto e da un questionario per gli intermediari volto ad acquisire ulteriori informazioni in merito ai    possibili effetti della normativa.
       Osservazioni, commenti e proposte possono essere trasmessi entro il giorno 12 marzo 2012.
        http://www.bancaditalia.it/vigilanza/cons-pubblica/proc_in_corso/disp_vig_int_fin;internal&action=_setlanguage.action?LANGUAGE=it

sabato 17 dicembre 2011

Crediti verso la Pubblica Amministrazione

Crediti verso la Pubblica Amministrazione
UniCredit Credit Management Bank, nell'ambito di quanto previsto dall'art. 9, comma 3 bis della Legge 2/2009 e successive modifiche, ha ideato un servizio dedicato alle imprese fornitrici della PA diretto a valorizzare l'intero portafoglio crediti dell'impresa tramite un miglioramento dei tempi di incasso dei crediti commerciali e un pronto smobilizzo dei crediti vantati verso la PA, purchè certificati dall'Ente locale ma non ancora liquidati dall' Amministrazione competente.
L'impresa interessata sottoscrive con UniCredit Credit Management Bank un contratto in cui dà mandato alla Banca di gestire tutte le attività di gestione, a fini di recupero, dei crediti conferiti dall'impresa mandante con espressa previsione della possibilità di cedere pro soluto alla Banca e/o a terzi i crediti scaduti vantati verso Regioni, Provincie, ASL in applicazione a quanto statuito dall'art. 9, comma 3 bis.
A tal riguardo UniCredit Credit Management Bank sta stipulando con gli Enti locali, su tutto il territorio nazionale, Convenzioni, Accordi e Protocolli di Impresa al fine di agevolare le imprese fornitrici ad ottenere la certificazione delle proprie spettanze.

giovedì 15 dicembre 2011

Da Claudio D'Auria: L’IMPATTO SUI RICAVI E SULL’EQUILIBRIO GESTIONALE DEI CONFIDI DERIVANTE DALL’ADOZIONE DEI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI


Da Claudio D'Auria, esperto in materia di Confidi e consulente di numerosi 107, ricevo il lavoro seguente reperibile presso il seguente link:
L'IMPATTO SUI RICAVI E SULL'EQUILIBRIO GESTIONALE DEI CONFIDI DERIVANTE DALL'ADOZIONE DEI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI
L'¦impatto degli IAS/IFRS nel mondo confidi ha suscitato un ampio dibattito, in particolare, sul principio di competenza economica sul calcolo dei ricavi derivanti dalle commissioni. Spesso, pero, la discussione e risultata parziale, in quanto e stata ampiamente affrontata la parte riguardante i ricavi, mentre non e stata considerata nel dettaglio quella riguardante il valore delle esposizioni, le rettifiche e gli accantonamenti.
Questo articolo intende fornire alcuni elementi chiarificatori su un punto a nostro avviso fondamentale per i confidi iscritti nell'elenco speciale ex art. 107 del TUB: le opportunita offerte dalle possibili soluzioni nella gestione delle commissioni dei crediti di firma.
In primo luogo, occorre avere presente che il principio contabile IAS 39 di fatto rimanda ai principi IAS 18 e 37 nella valutazione dei ricavi derivanti dall¡¦attivita di garanzia, i quali non sono omogeneamente valutati da parte delle societa di consulenza e di revisione.
Notevoli sono le divergenze relative alle interpretazioni contabili che derivano da una conoscenza non specifica di un settore prevalentemente nuovo di applicazione dei principi IAS/IFRS nel cui ambito risulta spesso carente una visione d¡¦insieme, e, soprattutto, una visione completa del corretto comportamento che dovrebbero assumere gli operatori sul mercato delle garanzie.
Per comprendere meglio gli aspetti tecnici di natura contabile, occorre soffermare prima l'attenzione sull'aspetto del pricing delle garanzie.
Il pricing dei crediti di firma e il risultato di un insieme di variabili economiche (perdite attese (1), perdite inattese, costi di organizzazione e struttura), principi mutualistici e rapporto con i prezzi di mercato. Il prezzo delle garanzie rappresenta una leva sulla quale i confidi possono agire solo parzialmente (ruolo di price taker).
Entrando nel merito della contabilizzazione dei ricavi, occorre aver presente che la Banca d'Italia ha stabilito che "le commissioni attive percepite sulle garanzie rilasciate vanno rilevate, al netto della quota che rappresenta il recupero dei costi sostenuti nell¡¦esercizio di emissione, nel conto economico pro rata temporis tenuto conto della durata e del valore residuo delle garanzie stesse" (2), stabilendo pertanto l'applicazione del principio di competenza, indipendentemente dalla data dell'incasso. I confidi vigilati si sono adeguati a tale regola, derivante dall'applicazione dei principi contabili internazionali con due formule cui si associano effetti assai differenti:
„h l¡¦incasso una tantum delle commissioni, che viene poi attribuito su piu esercizi mediante risconti passivi;
„h la rateizzazione dell'incasso delle commissioni, facendo coincidere contabilmente le attribuzioni per cassa con quelle per competenza.
(1) Nelle perdite attese, in alcuni casi, bisogna tener presente della componente contributiva di origine pubblica.
(2) Cfr. Banca d'Italia, Istruzioni per la redazione dei bilanci degli Intermediari finanziari iscritti nell¡¦Elenco speciale, degli Istituti di moneta elettronica (IMEL), delle Societa di gestione del risparmio (SGR) e delle Societa di intermediazione mobiliare (SIM), 16 dicembre 2009, Capitolo 2 (parte Generale).
I soggetti che hanno mantenuto una politica di incassi una tantum devono confrontarsi con il principio di competenza economica in sede di registrazione contabile delle commissioni percepite. Quindi per il confidi, l'effetto di cassa e immediato, mentre contabilmente i ricavi vengono attribuiti seguendo il principio di competenza economica (pro rata temporis).
Totalmente differente e l¡¦impatto per chi ha optato sulla rateizzazione del premio di garanzia; mediante la rateizzazione dei ricavi, i confidi vanno incontro alle esigenze dei soci in uno sforzo mutualistico che, pero, deve essere attentamente valutato alla luce della maggiore rischiosita connessa con tale modalita operativa: infatti, la rateizzazione delle commissione aumenta la probabilita che si verifichino perdite per il confidi, qualora il default dell'impresa si verifichi prima che il pagamento delle commissioni si sia completato. Tale maggior rischio dovrebbe quindi venire incorporato nello schema del pricing con una commissione complessiva piu elevata rispetto al caso in cui si applichi lo schema dell'incasso della commissione una tantum.
Nei confidi vigilati avviene sovente che venga trascurato l¡¦impatto che ha la modalita di incasso delle commissioni sia per quanto concerne il valore residuo delle esposizioni sia per cio che riguarda le politiche di accantonamento. Una corretta modalita operativa deve infatti tenere conto sia del valore atteso della singola operazione (e, quindi, della perdita attesa della medesima) sia di un corretto monitoraggio dell'eventuale deterioramento (probability of default) mediante opportuni accantonamenti specifici.
Se, quindi, e dal prezzo e dalle modalita con cui questo viene incassato che derivano le politiche di gestione della perdita attesa e degli accantonamenti, l¡¦equilibrio dei confidi risulta profondamente influenzato da come tali politiche vengono concretamente poste in essere.
COMMISIONI UNA TANTUM
E il metodo attualmente piu utilizzato, ma spesso non applicato con piena consapevolezza degli effetti contabili. Infatti gia nel momento in cui viene calcolata la parte della commissione da incassare e quella da rimandare al futuro si rischia di non considerare fattori importati che possono implicare una non corretta valutazione del risconto passivo.
I vantaggi offerti da tale metodo sono:
„h incasso della commissione svincolato dall¡¦andamento del rapporto;
„h ¡¥¡¥principio di compensazione¡¦¡¦.
Incassare il premio in un¡¦unica tranche nella fase iniziale del rapporto fornisce vantaggi in termini di minor rischio rispetto al ricorso alla rateizzazione, ma implica la successiva attribuzione delle commissioni sull'intera durata dell'operazione. La finalita generale del principio di competenza economica e infatti quella di evitare che emergano utili su un'operazione che ancora non si e conclusa e che quindi e in grado di poter ancora generare perdite (3).
Per valutare al meglio la rischiosita di un confidi che opera mediante incassi una tantum risulta necessario procedere a effettuare accantonamenti sui flussi erogati (accantonamento sulle posizioni in bonis).
Nella prassi, spesso, viene presa in considerazione la necessita di procedere ad accantonamenti solo quando il rapporto sottostante entra in una fase di deterioramento (scaduto, incaglio, sofferenza).
(3) IAS 18, paragrafo 27: "Durante le prime fasi dell¡¦operazione, succede spesso che il risultato dell¡¦operazione stessa non possa essere attendibilmente stimato. Tuttavia, puo essere probabile che l¡¦impresa recuperera i costi sostenuti per l¡¦operazione. Percio, i ricavi sono rilevati solo fino all¡¦ammontare dei costi sostenuti che si prevede saranno recuperati. Se il risultato dell¡¦operazione non puo essere stimato attendibilmente non si possono rilevare utili".
Il ¡¥¡¥principio di compensazione¡¦¡¦ permette, nel caso in cui si palesi un deterioramento dell¡¦esposizione, di procedere anticipatamente a utilizzare i risconti passivi per effettuare i necessari accantonamenti specifici. Cio presuppone una intensa attivita di monitoraggio delle esposizioni. Infatti, quando l¡¦esposizione, a giudizio del confidi, migra dallo status in bonis verso un grado di deterioramento la perdita attesa sull¡¦attivita aumenta determinando la necessita di una rettifica di valore; analogamente, l'accantonamento dovrebbe aumentare qualora lo status del rapporto migri da un livello di deterioramento a un altro, cui viene associata una maggiore perdita attesa.
Solitamente quando un¡¦esposizione per cassa ha un valore piu basso questa deve essere rettificata; nel caso di un'esposizione ¡¥¡¥fuori bilancio¡¦¡¦ come un credito di firma risulta sufficiente un accantonamento (4).
L¡¦utilizzo del ¡¥¡¥principio di compensazione¡¦¡¦ e avvalorato dalla Circolare 217 della Banca d¡¦Italia che esplicita il ricorso alla compensazione sui risconti in sede di accantonamento per i crediti di firma (5).
Il punto fondamentale e che il ¡¥¡¥principio di compensazione¡¦¡¦ ammette l¡¦anticipazione dei risconti passivi per effettuare gli accantonamenti specifici, sia quando l¡¦attivita migra a un grado di deterioramento maggiore per effettuare la copertura necessaria, sia per coprire il rischio sull¡¦attivita in bonis, avendo presente comunque che l¡¦accantonamento su un'operazione in bonis non deve coprire tutta la perdita attesa, ma una parte di quest¡¦ultima. Affrontare il rischio gia in sede di erogazione ¡V mediante una opportuna politica di accantonamenti ¡V e un comportamento a piu riprese richiesto dalla Banca d¡¦Italia, ma che allo stadio attuale molti confidi non hanno colto.
Tecnicamente il ragionamento sopra esposto evidenzia un elemento che puo influenzare l¡¦equilibrio economico dei confidi; se la prassi corretta e quella di imputare gia in sede di determinazione del prezzo una quota a copertura del rischio (gli accantonamenti), il mantenimento di un prezzo non adeguato che sfrutti il rinvio al futuro dei risconti passivi per effettuare gli accantonamenti (¡¥¡¥principio di compensazione¡¦¡¦), determina un calcolo non corretto del prezzo di equilibrio della garanzia (6).
Quindi, alla luce di quanto sopra si potrebbe definire il ¡¥¡¥principio di compensazione¡¦¡¦ come la sintesi tra la contabilita e la gestione del rischio. In realta il ¡¥¡¥principio di compensazione¡¦¡¦ e un concetto che emerge dall¡¦attivita di monitoraggio del valore della garanzie; infatti, quando il valore della garanzia si deteriora aumenta la probabilita che si verifichi una escussione (e diminuisce la durata attesa del rapporto), (7) rendendo percio necessario un accantonamento maggiore per coprire il nuovo maggior rischio da fronteggiare.
(4) Cfr. Banca d'Italia, Istruzioni per la redazione dei bilanci degli Intermediari finanziari iscritti nell¡¦Elenco speciale, degli Istituti di moneta elettronica (IMEL), delle Societa di gestione del risparmio (SGR) e delle Societa di intermediazione mobiliare (SIM), 16 dicembre 2009, Capitolo I, Principi generali: "Le rettifiche di valore consistono nella svalutazione o nell¡¦ammortamento delle attivita diverse da quelle valutate al fair value con iscrizione delle variazioni di valore nel conto economico. Rientrano convenzionalmente in tale nozione anche gli accantonamenti effettuati a fronte di garanzie rilasciate o di impegni a erogare fondi assunti nei confronti di terzi. Le riprese di valore consistono nel ripristino di valore delle attivita, delle garanzie rilasciate e degli impegni precedentemente svalutati".
(5) Circolare Banca d¡¦Italia n. 217 del 5 agosto 1996, Sezione IV, sottosezione II.
(6) Cfr. Banca d'Italia, Istruzioni per la redazione dei bilanci degli Intermediari finanziari iscritti nell¡¦Elenco speciale, degli Istituti di moneta elettronica (IMEL), delle Societa di gestione del risparmio (SGR) e delle Societa di intermediazione mobiliare (SIM), 16 dicembre 2009, capitolo II, Il bilancio dell¡¦impresa: "Le commissioni attive percepite sulle garanzie vanno rilevate, al netto della quota che rappresenta il recupero dei costi sostenuti nell¡¦esercizio di emissione, nel conto economico ¡¥¡¥pro rata temporis¡¦¡¦ tenuto conto della durata e del valore residuo delle garanzie stesse. Le eventuali perdite e rettifiche di valore registrate su tali garanzie vanno ricondotte alla voce ¡¥¡¥rettifiche di valore nette per deterioramento¡¦¡¦.
(7) Nello studio delle esposizioni anomale si nota come una esposizione una volta uscita dallo status in bonis ha una vita media sempre piu bassa all¡¦aumentare del grado di deterioramento.
COMMISSIONI A RATE
Per i confidi che optano per l'incasso rateale della commissione il prezzo della garanzia dovrebbe tenere conto anche del rischio di non riuscire a incassare una parte del premio, evento spesso antecedente la stessa escussione (8).
I vantaggi derivanti dall'incasso rateizzato della commissione sono:
„h maggior grado di mutualismo, in ragione del minor impatto dei costi;
„h potenziale maggior utilizzo della leva prezzo.
L'incasso rateale permette dunque di far percepire ai soci/clienti un prezzo dell¡¦operazione minore e di far raggiungere al confidi un maggior grado di mutualismo; resta, peraltro, la necessita di considerare in sede di pricing il maggior rischio che comporta questa modalita. Il maggiore rischio derivante dalla rateizzazione va considerato per tutte le rate, determinando un incremento della commissione complessiva.
Il premio per il rischio se ben calcolato e, soprattutto, se ben spiegato ai soci che comunque hanno un vantaggio nel pagamento rateale della commissione, potrebbe far aumentare i ricavi del confidi.
La rateizzazione delle commissioni e un metodo meno diffuso tra i confidi vigilati, in quanto per molti risulta eccessivamente complesso. Esiste un evidente trade off tra i vantaggi per il cliente e i maggiori rischi per il confidi, rischio cresce quanto piu si riduce il periodo di tempo che va dall'erogazione all'escussione della garanzia (9).
Autore: Lorenzo Marconi
(8) I due rischi, mancata percezione di parte della commissione e perdita da escussione della garanzia, sono correlati in maniera fortemente positiva tra loro.
(9) E possibile anche costruire un sistema di incassi a rate decrescenti che rappresenta una soluzione mista tra il metodo una tantum e il metodo ¡¥¡¥a rate¡¦¡¦. Infatti le rate decrescenti permettono di ridurre l¡¦impatto percepito dai clienti mantenendo la leva decisionale sul prezzo e determina una minore necessita di ricorrere al ¡¥¡¥principio di compensazione¡¦¡¦.

lunedì 12 dicembre 2011

Dalla newsletter Crif
"Credito al Credito": credito alle imprese, tensione finanziaria dei consumatori e recupero crediti. Le best practice italiane di CRIF all’evento ABI
Si è svolto a Roma, dal 22 al 24 novembre, l’evento Credito al Credito di ABI, incentrato sulle soluzioni e le azioni per rilanciare il credito e la crescita di famiglie e imprese. CRIF ha partecipato con gli speech di Simone Capecchi, Director Finance-Corporate Offer Italy and Western Europe di CRIF, e David Pieragostini, Business Development & Software Solutions Director di CRIF Decision Solutions.  Per saperne di più

CRIF acquisisce le operation di Deltavista in Svizzera e in Austria
Il Gruppo Deltavista, uno dei principali provider di servizi per la gestione del rischio di credito e di rating in Svizzera, Austria e Germania, ha venduto le proprie operation in Svizzera e in Austria a CRIF. L’accordo non comprende l’acquisizione della sede tedesca, che rimarrà proprietà dell’attuale management di Deltavista. Per saperne di più

Frodi creditizie: CRIF è osservatore italiano e esperto invitato all’ABI Formazione
 Dalle rilevazioni dell’ultima edizione dell’Osservatorio sulle frodi creditizie di CRIF emerge come l'entità del fenomeno sia cresciuta del +7% rispetto al 2010. Le soluzioni CRIF per contrastarle, tra potenza informativa e compliance alle nuove normative. Per saperne di più

CRIF Training: imparare a valutare l’impresa con le best practice di chi lo fa da oltre 20 anni
“Abbiamo veramente analizzato le imprese fronte-retro” – “Questo corso mi ha aperto gli occhi su alcuni elementi “insospettabili” per la valutazione delle imprese” – “In questo corso ho imparato alcune best practice che metterò subito in pratica nel mio lavoro”. Questi alcuni dei feeback forniti dei partecipanti al corso CRIF Training ”La valutazione dell’impresa fronte-retro”, tenutosi a Bologna il 16 novembre. Per saperne di più

CRIF Decision Solutions Survey Collection 2011: una seconda industrializzazione con le soluzioni innovative di CRIF 
 CRIF Decision Solutions ha realizzato uno studio sulla collection nel mercato del credito al consumo in Italia. Ne emerge un settore in rapido cambiamento, in specializzazione, ad alto sviluppo tecnologico; cioè nel mezzo di una seconda industrializzazione. Per saperne di più

CRIF diventa Membro Associato di Eurofinas, la Federazione europea delle società specializzate nel credito al consumo
 Commentando la decisione del Board di Eurofinas di accogliere CRIF come membro associato, il Presidente della Federazione P. Guijarro ha dichiarato “L’expertise di CRIF nelle informazioni e nella gestione del credito sarà molto preziosa per i nostri membri, specialmente nell’attuale contesto economico". Per saperne di più

Road show europeo per condividere l’esperienza di CRIF sul credito responsabile
A seguito della ricerca pubblicata in giugno, CRIF e EFMA hanno organizzato un road show internazionale, con tappe a Vienna e a Parigi, per illustrare e spiegare i principali risultati dello studio sul credito responsabile, e per presentare le soluzioni più innovative disponibili sul mercato per gli istituti finanziari. Per saperne di più

Cedacri avvia l’utilizzo di CaRisMa, la piattaforma di CRIF Decision Solutions per contrastare le frodi sulle carte di pagamento 
Il Gruppo Cedacri e CRIF Decision Solutions hanno messo in esercizio la suite CaRisMa (Card Risk Management), piattaforma software attraverso la quale viene dato pieno supporto alle attività di prevenzione e gestione delle frodi sulle carte di pagamento per conto degli istituti emittenti che si avvalgono dei servizi del Gruppo Cedacri. Per saperne di più

Il datawarehouse di CRIF, sempre più potente, al servizio dell’industria del credito. Un caso di successo di Oracle
Il datawarehouse di CRIF diventa ancora più potente per continuare a garantire viste e analisi sempre più coerenti con le nuove esigenze delle aziende di credito. Per saperne di più

Disponibile il nuovo numero della collana International Customer Insight: focus sull’impatto della guerra di valute 
Il numero di ottobre del mensile pubblicato dal Country Risk Team di D&B è dedicato alla “guerra di valute”, tema di interesse globale. Per saperne di più

mercoledì 7 dicembre 2011


L'inkiesta shock: il Fondo a garanzia delle Pmi in realtà aiuta le banche


Uno dei punti fondamentali della manovra riguarda l’aumento della dotazione del Fondo del ministero dello Sviluppo economico a garanzia delle Pmi, effettuato attraverso la riduzione della percentuale di patrimonio a copertura dei rischi: tramite cioè un aumento della leva finanziaria. Ma uno strumento nato per favorire le piccole imprese rischia di garantire solo le banche, scaricando costi e rischi sulla collettività. È uno dei punti fondamentali della nuova manovra, ma rischia di agevolare un destinatario diverso da quello dichiarato. Nel corso della sua presentazione alle Camere, illustrando l’ampliamento del fondo di garanzia per le Pmi, il premier Mario Monti ha spiegato che il nuovo strumento permetterà «un credito di oltre 20 miliardi alle piccole e medie imprese che altrimenti non avrebbero accesso al credito».  
«La dotazione del Fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese […] è incrementata di 400 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014». Se il fondo riduce l’assorbimento di patrimonio a copertura del rischio dall’8 al 6%, il moltiplicatore della leva arriva a 20 volte, quindi la sua potenza di fuoco – da una base di 900 milioni – sale a quota 20 miliardi. Una cifra considerevole, guardando i ultimi numeri del salvagente per le Pmi gestito dal Mediocredito centrale: al 31 ottobre 2011 (ultimi dati disponibili) i finanziamenti attivati erano pari a 7,3 miliardi di euro a fronte di garanzie per 3,9 miliardi. Cifre in crescita rispetto a fine 2010, anno in cui il fondo ha garantito operazioni per 5,2 miliardi di euro su 9 totali, di cui il 53% come controgaranzia e il 46% a garanzia diretta. La gran parte delle quali, rispettivamente 54% e 30%, è andato ai comparti dell’industria e del commercio.
Più che aiutare le imprese con un rating medio-basso, «che altrimenti non avrebbero accesso al credito», il rischio è che il fondo del ministero guidato dall’ex banchiere Corrado Passera vada invece a favorire le banche in termini di risparmi sugli accantonamenti a fronte di prestiti erogati tanto con la garanzia diretta del fondo, quanto con la controgaranzia sui Confidi. Per gli istituti di credito la raccolta sull’interbancario è diventata molto difficile, come dimostrano i record quasi giornalieri dei depositi presso la Bce, e i tassi ai quali si eroga credito, quando i rendimenti dei titoli di Stato superano il 6%, sfiorano il 10 per cento. Per gli istituti di credito, quindi, avere una garanzia del 50% su finanziamenti e fidejussioni è una boccata d’ossigeno, soprattutto quando sono le imprese in buona salute a rivolgersi ai Confidi, per spuntare migliori condizioni sui propri investimenti.
È la situazione fotografata dal responsabile crediti di una cassa di risparmio emiliana, area ad alto tasso di “piccoli”, che con la promessa dell’anonimato spiega: «Da agosto in poi è cambiato tutto. Ad esempio per un prestito chirografario a 5 mesi, non avendo visibilità, le banche chiedono una garanzia del 50% ai Confidi. Un vantaggio anche nei confronti delle imprese il cui margine operativo lordo rischia di venire erosi dagli oneri finanziari. Avere la garanzia di un consorzio su un fido a 3 o 4 anni evita di ridurre la cassa e quindi incide meno sul rating dell’impresa presso la centrale rischi». 
Per gli istituti di credito il fondo del ministero di via Veneto è ancora più conveniente: il 99,5% delle imprese (al 31 ottobre scorso) hanno avuto accesso al credito senza prestare garanzie reali sull’importo medio garantito, pari a 82mila euro su un finanziamento medio attivato di 153.800 euro. Secondo un paper di Corrado Baldinelli, capo vicario del Servizio supervisione intermediari specializzati di Bankitalia, pubblicato a inizio 2011: «Nel corso del 2010, l’operatività del Fondo attraverso lo strumento della “garanzia diretta” è considerevolmente aumentata (+113%): in termini di importi garantiti, la sua incidenza si è attestata al 57% del totale delle garanzie rilasciate; il complemento a 100 è rappresentato dalle controgaranzie accordate ai confidi (dati al 30.10.2010)».
La garanzia diretta copre dal 60 all’85% (e può arrivare al 90% sulla copertura della controgaranzia per i Confidi) massimo dell’erogazione a fronte di un accantonamento mediamente al 10 per cento. Per il dirigente di Palazzo Koch, l’incremento del ricorso al fondo è dovuto al riconoscimento della garanzia di Stato in ultima istanza, derivante dai provvedimenti anti-crisi del 2008. Tuttavia, se come scrive Baldinelli «oltre l’88% degli interventi del Fondo ha sovvenuto esigenze di liquidità e non di investimento, intervenendo quindi ampiamente su precedenti situazioni debitorie», l’abbassamento dell’accantonamento a copertura del rischio, per liberare risorse, aumenta i rischi per lo Stato stesso, visto che più del 67% delle domande accolte dal fondo proviene da microimprese, quindi potenzialmente problematiche alla luce dell’innalzamento del capitale di base imposto dalle regole di Basilea III. 
Nel novembre 2009, in seguito all’aggravarsi della crisi economica, il salvagente del ministero ha ricalcolato i propri criteri di accesso, elevando dal 15 a 25% il tetto per garantire il fatturato dell’ultimo bilancio approvato, per le operazioni della durata inferiore ai 36 mesi. Il dato che fa più riflettere è che da gennaio a ottobre la quasi totalità delle richieste (80,7%) di garanzia è avvenuta a fronte di esigenze di liquidità. Un dato che la dice lunga sulle dimensioni del credit crunch. Abbassando l’accantonamento dall’8 al 6%, quindi, la leva passa da 12,5 a 16 volte. Ciò significa che la collettività si prende più rischi, mentre per le banche la garanzia rimane la stessa, in quanto lo Stato, secondo i provvedimenti adottati nel 2008, rimane il garante di ultima istanza. L’effetto collaterale di avere come ministro l’ex uomo forte della principale banca italiana.  


Decreto Salva Italia  G. U. 6/12/2011

Di seguito gli articoli di maggiore interesse per le società finanziarie

Art. 11 Emersione di base imponibile – Dal 1° gennaio 2012 gli operatori finanziari devono comunicare periodicamente all’anagrafe tutte le movimentazioni che hanno interessato i rapporti, ed ogni informazione relativa, necessaria per i controlli fiscali, nonché l’importo delle operazioni medesime. Detti dati saranno  utilizzati anche per l’individuazione dei contribuenti a maggior rischio di evasione da sottoporre a controllo. Le modalità di comunicazione verranno rese pubbliche con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, sentite le associazioni di categoria.

Art. 12 Riduzione del limite per la tracciabilità dei pagamenti a 1.000 euro e contrasto all’uso del contante - Il DL Salva Italia ha nuovamente rivisto l’art. 49 del D.Lgs. n. 231/2007 apportando novità nei limiti previsti per l’utilizzo di denaro contante, assegni “liberi” e libretti al portatore. Per effetto della modifica introdotta dall’art. 12 (“le limitazioni all’uso del contante e dei titoli al portatore, di cui all’articolo 49, commi 1, 5, 8, 12 e 13, del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, sono adeguate all’importo di euro mille”) a far data da ieri 6 dicembre 2011 è vietato il trasferimento di denaro contante o di libretti di deposito bancari/postali al portatore o di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, quando il valore oggetto di trasferimento è complessivamente pari o superiore a 1.000 euro. Il divieto riguarda complessivamente il valore oggetto di trasferimento e lo stesso trasferimento è vietato anche quando è effettuato con più pagamenti inferiori alla soglia che appaiono artificiosamente frazionati.
Afin, in considerazione delle differenti interpretazioni sulla entrata in vigore di detta norma  fornite dagli organi di stampa, ha provveduto ad interpellare su questa delicata questione il Ministero del Finanze, Dipartimento del Tesoro, che ha confermato la decorrenza dei nuovi limiti per l’utilizzo del contante, ossia 999,99 euro da ieri,  6 dicembre 2011.

Art. 36 Tutela della concorrenza e partecipazioni personali incrociate nei mercati del credito e finanziari - La disposizione di cui all’art. 36 è volta a migliorare la concorrenza tra le imprese operanti nel settore assicurativo, finanziario e creditizio, vietando ai titolari di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo e ai vertici delle strutture organizzative di imprese operanti nei in detti mercati, di assumere incarichi in imprese tra loro concorrenti o controllate. Ai fini del divieto previsto al comma 1, si intendono concorrenti le imprese o i gruppi di imprese tra i quali non vi sono rapporti di controllo ai sensi dell’art. 7 della legge 10 ottobre 1990, n. 287 e che operano nei medesimi mercati del prodotto e geografici.

martedì 6 dicembre 2011


dal blog di Luca Erzegovesi 

Manovra Monti: interventi sul Fondo centrale di garanzia. Le mie riflessioni.


In attesa di disporre del testo integrale del decreto sulle misure urgenti, commento quanto riportato in questo articolo di Fotina sul Sole 24 ore in materia di Fondo centrale e incentivi creditizi. link art. 39
Il Ministro Corrado Passera ha annunciato in conferenza stampa ieri il rifinanziamento del Fondo per 300 milioni (che ritengo revochi il taglio di 340 milioni disposto dal precedente Governo, vero?).
Si abbassa la percentuale di accantonamento minimo sulle esposizioni garantite al 6% (nella prassi fino al 2010 era superiore al 12%, l'anno scorso era già stata ridotta al 10% circa). Nel caso delle medie imprese, l'importo massimo garantito sale a 2,5 milioni (come già previsto per le operazioni al Sud coperte da fondi PON-POI, vedipost). Il Fondo deve però riservare almeno l'80% delle esposizioni garantite alle piccole imprese, con esposizioni unitarie inferiori a 500.000 euro.
Inoltre, si ammette la possibilità di concedere finanziamenti agevolati sotto qualsiasi forma a favore delle Pmi ammesse alla garanzia su sezioni riservate del Fondo cofinanziate con fondi comunitari. Con il costo del credito alle stelle, si vuole così attivare una leva di calmieramento aggiuntiva: la garanzia non basta più a tenere giù gli spread applicati alla clientela, per i noti problemi di costo del funding. Sulla stessa linea si stanno muovendo alcuni enti locali, come la Provincia di Trento.
In una bozza del decreto che un gentile visitatore mi ha trasmesso sabato, ho letto anche una norma che droga alla legge 326/2003 art. 13 (legge quadro sui confidi) consentendo la partecipazione al capitale di imprese non finanziarie di grandi dimensioni e altri enti pubblici e privati a condizione che il controllo rimanga nelle mani dei soci naturali, ovvero di piccoli e medi imprenditori. E' il rimedio invocato dai maggiori confidi industriali (ma non solo) per sopperire alla carenza di mezzi patrimoniali. Non ho capito se tra gli "enti privati" ammissibili rientrino anche le banche.
Inoltre, si dovrebbe dare il via a una revisione/razionalizzazione del listino delle commissioni applicate. Altra novità annunciata nei mesi scorsi, la possibilità per il fondo di garantire portafogli di esposizioni con tecniche di tranching.
Per completare l'attuazione di quanto sopra, servirà una fila di decreti del MiSE presi di concerto con il MEF.
Così completato, il decreto recepisce le istanze espresse dalle associazioni di settore, e in particolare da Federconfidi. Pone le premesse per dare continuità alle erogazioni del Fondo nel 2012. Mi preoccupa la riduzione al 6% della quota di accantonamento: è una decisione presa nel momento della verità, due anni dopo la forte crescita nel 2009-2010 della massa garantita per mutui liquidità. Nel 2012 continueranno ad affluire domande per fidi di cassa e consolidamenti. Il flusso di sofferenze rimane alto, come dicono i dati di Centrale Rischi degli ultimi mesi. Con l'aumento degli importi massimi unitari, aumenterà anche la concentrazione del rischio.
Mi auguro che al MiSE, con l'assistenza del Gestore, abbiano valutato l'impatto sulla solvibilità "per cassa" del Fondo di questo abbassamento degli standard. Non vorrei che si fosse azionata la leva sui fondi stanziati senza pensare alla loro adeguatezza oppure (ancora peggio) contando sul tempestivo rabbocco da parte dello Stato, che (non dimentichiamolo) ha messo la sua firma di garante di ultima istanza sulle obbligazioni del Fondo assunte dal 2009 in poi. Non mi sembra il caso, nella manovra di un governo che ha il compito di riguadagnare credibilità. Se si cede sul fronte della trasparenza nell'apprezzamento dei rischi di portafoglio, ci diamo la zappa sui piedi, è solo questione di tempo. Ripassiamo la lezione delle CDO subprime, Fannie Mae e Freddie Mac.
[aggiunta 6 dicembre: nella bozza di decreto uscita oggi sul Sole 24 ore non si dispone l'abbassamento del coefficiente di accantonamento, ma soltanto la possibilità di variarlo con Decreto del MiSe d'intesa col MEF]
Consentitemi una riflessione più ampia: anche con questo intervento, che pure rimette i confidi in condizione migliori per lavorare nei prossimi messi, non si affronta nessuno dei problemi strutturali del settore. Aprendo il capitale agli enti pubblici e (forse) alle banche, si dovrebbero superare le contrapposizioni tra confidi, regioni, finanziarie regionali, Camere di commercio andando verso un'unica rete di erogazione integrata. Ho i miei dubbi che questo possa accadere in modo fluido, stante l'eterogeneità del sistema confidi nelle varie regioni. E' probabile che lo sblocco dei requisiti per l'ammissione a socio sia utilizzata in casi particolari per risolvere casi di sottocapitalizzazione. Smentitemi e mi farete contento.
Anche eventuali alleanze più stringenti tra banche e confidi non risolvono il problema, perché sono legate alla disponibilità di patrimonio delle banche stesse e, ancora una volta, di fondi pubblici.
C'è il rischio che questo connubio tra confidi ed enti sponsor soffochi i fermenti innovativi all'interno del settore e alzi i costi dell'intermediazione della filiera credito-garanzia, sottraendo benefici netti alle imprese.
Tornando alle norme presenti nella Manovra, penso che aiuteranno a tamponare alcune criticità urgenti, e questo lo apprezzo. Non si poteva fare molto di più.
Tutti gli altri problemi rimangono aperti nell'agenda di lavoro dei confidi.